Fare una lista dei motivi per i quali passare ad Android può
essere molto più complesso di quanto sembri.
Rischiare di risultare fanatici a scapito di una giusta obiettività è
alquanto complesso, tutti abbiamo le nostre preferenze e le mie pungolano
chiaramente verso Android quindi è facile per me risultar essere un po’ “di
parte” nello stilare questo articolo, ad ogni modo tenterò di andare oltre i
miei gusti, valutando i pro (ed un pizzico di contro) nella maniera più
analitica è possibile, senza offendere alcuno (insomma prendendo decisamente le
distanze dalle recenti posizioni di Eric Schmidt).
Prezzo
In primo luogo analizziamo la questione dal punto di vista
dell’utente medio: il dispositivo Android più economico costa quanto un buon
libro, esperienza personale: con 35€ ho portato a casa un Samsung Galaxy Next
Turbo, sufficiente per Whatsapp, Facebook (con Fast4Facebook) e qualche app per
tenere d’occhio i mezzi pubblici.
Differentemente dai Windows Mobile ed ancora più dagli
iPhone, i dispositivi Android sono alla portata di qualunque tasca, con modelli
Entry level di qualche anno fa ancora perfettamente utilizzabili.
Salendo di livello, ma sempre su Entry Level di nuova
generazione, troviamo terminali dual core con 8 o anche 16 gb di memoria a poco
più di 100€: parliamo di dispositivi come il Sony Xperia U, l’Alcatel One
Touch, il Samsung Ace 2, che non hanno obiettivamente una controparte valida,
fatta eccezione per il Nokia Lumia 520 e Nokia Lumia 620.
Su un piano ancora più elevato il confronto è in netto
favore per Android: con meno di 400€ è possibile acquistare un Nexus 5, un quad
core all’apice della tecnologia che non ha confronti nei competitor, i quali offrono
terminali di pari livello ad almeno il doppio del prezzo.
Le dimensioni degli schermi su Android sono di tutte le
salse per tutte le preferenze, con sviluppi molto differenti in base alle
necessità.
E’ il caso della serie Note di Samsung, i quali con la S-Pen
diventano lo strumento più adeguato per i professionisti.
Personalizzazione
Android è il sistema operativo perfetto per chi adora i
vestiti su misura: la personalizzazione è all’estremo livello.
Oltre alle personalizzazioni già molto pesanti possibili
grazie alla sostituzione di ogni componente, dal launcher, al dialer, al
gestore messaggi, alle tastiere, scaricabili facilmente tramite il Play Store
Google, la sua natura OpenSource ha portato alla nascita di una ENORME comunità
dedita al modding, come non si era mai visto in precedenza.
La personalizzazione su Android ha raggiunto un livello così
elevato che oramai è possibile cambiare letteralmente ogni parte del firmware
del terminale, anche operando nel cuore del sistema andando a sostituire il
Kernel, la rom stessa o anche il bootloader.
La possibilità di guadagnare i diritti di root anche sulle
rom stock permette di effettuare modifiche a bassissimo livello anche su
terminali con firmware originali, potendo estendere tutte le funzionalità del
dispositivo, come la memoria interna con software come Link2SD, o cambiare lo
scheduler del processore.
Libertà di gestione del dispositivo
Sia i terminali Nokia che i terminali Apple sono pressoché vincolati
al proprio software gestionale. Così facendo l’utente ha difficoltà nell’approcciarsi
con il dispositivo arrivando anche a certi assurdi che talvolta sfociano nel
paradossale. Il software Apple, iTunes, è la perfetta rappresentazione di
questo concetto, vincolando l’utente in ogni movimento e relazione con il
dispositivo, finanche nel caricamento di musica sul terminale.
Con Android non solo tutto questo non sussiste ma si arriva
all’esatto opposto. Caricare musica sul dispositivo è semplice come copiare
musica su una Pen Drive, basta collegare il cavetto e trascinare i file.
Non è
tutto, software come AirDroid, esclusivamente per Android, evitano anche questo
vincolo. Non c’è più bisogno di cavetti e drive da montare e smontare, basta
collegare telefono e pc alla stessa rete WiFi, aprire l’applicazione e gestire
ogni aspetto del dispositivo tramite il browser, quale che sia il sistema
operativo corrente sul PC.
La musica a pagamento e la musica posseduta convivono
perfettamente in armonia, al punto che software come Play Music permettono di
acquistarne e di ascoltare la musica sia presente sul dispositivo, sia
acquistata che caricata sul cloud tramite Google Drive.
Servizi
Il colosso di Mountain View Google è ormai lontano dai tempi
in cui lo si associava al solo “motore di ricerca”, oggi la gamma di servizi
offerti è enorme ed ormai tutti sono a portata di pochi tap tramite
applicazioni per Android.
Da Google Maps, con Navigatore incorporato, al cloud di
Google Drive, a Gmail, alla navigazione tramite Chrome sincronizzabile al
browser per PC, al Calendario, a QuickOffice e tantissimi altri, è possibile gestire
praticamente qualunque necessità tramite lo stesso account Google con
applicazioni sviluppate proprio per terminali Android e quindi perfettamente
funzionanti.
Una vastissima gamma di servizi che non trova reciproci nei
competitor.
Applicazioni
Per molto tempo Apple ha primeggiato in questo campo, con un’offerta
di applicazioni nettamente superiore a quella Android. Il mercato però, col
tempo, è cambiato così come è cambiato l’approccio di Google al proprio Market.
Apple, invece, ha lasciato pressoché invariato il proprio market non
adeguandosi al variare dei tempi.
Con una politica di supporto allo sviluppatore, ed una
perfetta integrazione con Google AdSense, Google è riuscita a superare la casa
di Cupertino primeggiando infine nella gara sul numero di applicazioni
disponibili.
Con oltre un milione di app l’ex Android Market, ora Google
Play, è attualmente il Market applicazioni più vasto sul mercato, offerto su un
numero elevatissimo di dispositivi.
I difetti
Dopo aver elencato tutti questi pregi è giusto anche fare un
piccolo richiamo ad alcuni dei difetti di Android.
Il sistema operativo, in tutte le versioni precedenti KitKat,
ha dei difetti spesso ascrivibili alle case produttrici, con scelte talvolta
paradossali dovute ad accordi di mercato.
E’ il caso della Sony che fin troppo spesso obbliga l’utente
con applicazioni che non utilizzerà mai e che non può disinstallare in quando
risultano essere “di sistema”, sprecando risorse inutilmente.
O della Samsung che con un’offerta di terminali troppo ampia
si è poco soffermata sulla progettazione di rom efficaci e performanti,
concentrandosi troppo sul terminale “di moda”.
Queste scelte portano spesso l’utente ad essere costretto a
modifiche molto radicali, come il cambio di Kernel o della ROM, talvolta
scontrandosi con la casa produttrice (vedi Samsung) o talvolta supportato dalla
casa produttrice (vedi Sony), ma in entrambi i casi perdendo la garanzia.